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Giochi da tavolo: storia di un passatempo dalle radici antichissime

di Luigi Marino 22 Apr 2024 0 Commenti

Giochi da tavolo: storia di un passatempo dalle radici antichissime

Giochi da tavolo: storia di un passatempo dalle radici antichissime

Chi non ha mai trascorso una serata tra amici e parenti divertendosi con un bel gioco da tavolo? Nonostante l’avvento dei videogiochi, questa categoria di prodotti per l’intrattenimento è ancora molto cara a tutti coloro che vogliono vivere momenti di svago e spensieratezza con le persone care. I giochi da tavolo, infatti, sono coinvolgenti, adatti alle varie età e sono molto stimolanti per la mente e l’ingegno. Oggi in commercio se ne trovano tantissimi, a cominciare dagli evergreen intramontabili come Monopoly, RisiKo!, Cluedo, Scarabeo, Trivial Pursuit e molti altri. Ma come sono nati i giochi da tavolo e quali sono le principali tipologie in un mercato sempre più ricco? Andiamo a scoprirlo!

Cosa sono i giochi da tavolo

Dare una definizione esatta di gioco da tavolo non è semplice, ma in linea generale si intende un gioco che necessita di un tavolo o di una superficie di appoggio analoga, escludendo ovviamente i giochi di carte che rappresentano una categoria differente. Si parla spesso anche di giochi di società in quanto si disputano in gruppo e solitamente servono almeno due giocatori per giocare una partita. In altri casi sono chiamati giochi in scatola poiché tutto l’occorrente è inserito all’interno di un apposito contenitore. 

Di base i giochi da tavolo prevedono l’uso di un tabellone che funge da superficie di gioco. Questa plancia viene aperta e sistemata sul tavolo e insieme ad essa vengono fornite le istruzioni che spiegano gli obiettivi del gioco. Non mancano mai dadi, clessidre e naturalmente i segnalini, cioè dei pezzi o figure che servono a muoversi sul tabellone. Ogni gioco può prevedere altri oggetti quali carte, schede o cartellini.

Le origini dei giochi da tavolo

Anche se non sembra, i giochi da tavolo hanno una lunghissima e millenaria storia alle proprie spalle. Non a caso le primissime tracce risalgono a tempi antichissimi, forse prima della nascita della scrittura. Sono, infatti, molti i siti archeologici ad avere restituito documenti e artefatti che ci forniscono preziosi indizi sulla storia dei giochi da tavolo. 

Non è facile capire quale sia il primo gioco ad essere stato inventato, ma secondo alcune teorie potrebbe essere il Senet, un gioco da tavolo egiziano che viene rappresentato in alcuni disegni ritrovati nella tomba di Merknera. Dovrebbe essere un antenato dell’attuale backgammon e sembra che fosse molto apprezzato dai faraoni. 

Invece nelle tombe reali di Ur in Mesopotamia (2.400-2.600 a.C.) sono state rinvenute tracce di altri giochi da tavolo, come quello ribattezzato Gioco reale di Ur. Molti dei giochi trovati in quest’area sono oggi esposti nelle sale del British Museum. Altro sito molto interessante è il tempio di Kurna in Egitto, dove sono state riportate alla luce diverse tavole da gioco risalenti al 1.400 a.C.

Anche in età romana abbiamo testimonianze sull’esistenza di giochi da tavolo, grazie a Ovidio e Marco Terenzio Varrone. Il primo nella sua opera Ars Amatoria parla del Ludus Duodecim Scriptorum che doveva ricordare vagamente il backgammon, mentre Varrone descrive nelle sue opere il Ludus Latrunculorum, gioco molto diffuso a Roma che probabilmente era una sorta di antenato della dama. A partire dal Medioevo e per tutto il Rinascimento i giochi da tavolo conquistano tutte le classi sociali, dagli aristocratici ai più poveri. 

La nobiltà amava soprattutto gli scacchi, mentre nei salotti della borghesia e nelle taverne ci si divertiva con le carte e con i dadi. Con l’avvento dell’Illuminismo si assiste ad un ulteriore sviluppo dei giochi da tavolo che diventano strumenti educativi per inculcare ai giovani principi etici e morali. Nel XIX secolo questi giochi continuano a trovare spazio tra i diversi strati della popolazione, ma il vero successo arriva per lo più nel XX secolo, quando il ceto medio inizia ad avere più soldi da spendere per il tempo libero e il divertimento.

La popolarità dei giochi da tavolo cresce ulteriormente nel secondo dopoguerra, momento nel quale sono stati inventati la maggior parte di quelli che conosciamo oggi. In realtà l’avvento dei videogiochi dagli anni Ottanta ha in parte distolto l’attenzione da questi prodotti ludici, specialmente da quelli con regole molto complesse. Ad ogni modo, i videogiochi non riescono sempre ad offrire le medesime caratteristiche dei giochi da tavolo e difficilmente riusciranno a soppiantarli del tutto. Piuttosto potremo assistere ad una integrazione tra i due mondi, come avviene per alcuni giochi da tavolo che sono la trasposizione di un videogioco e viceversa.

Le tipologie di giochi da tavolo

Esattamente come avviene per i videogiochi, i giochi da tavolo sono divisi per categorie, ma in questo caso ci sono alcuni che possono appartenere a più generi differenti. Questo perché l’universo dei giochi di società non è a compartimenti stagni, ma è composto da più tipologie, nelle cui intersezioni è possibile includere i differenti prodotti. Seppur il panorama si presenti molto variegato, i giochi da tavolo oggi sono incasellati nelle seguenti macrocategorie:

  • Giochi astratti: sono quei giochi che non replicano alcuna situazione reale o al massimo vi alludono molto velatamente. Tra quelli più famosi si possono citare la dama, gli scacchi, go, la dama cinese, domino, reversi, mancala, mahjong e backgammon. Questi hanno forti componenti matematiche o geometriche e tra di loro si possono inserire anche i giochi di parole e indovinelli come Trivial Pursuit o Scarabeo;
  • Giochi di simulazione: ci sono giochi che sono considerati delle simulazioni di aspetti del mondo reale in quanto favoriscono il gioco di ruolo e la finzione. Gli esempi più celebri sono il Monopoly (simulazione del mercato immobiliare), Cluedo (simulazione di un’indagine su un delitto) e il RisiKo! (simulazione di guerra e conflitti). Tra le simulazioni inerenti al mondo sportivo abbiamo il Subbuteo che replica una partita di calcio impiegando delle pedine da muovere con le dita;
  • Giochi con le carte: alcuni giochi da tavolo non usano un tabellone, ma semplicemente delle speciali carte. In tal caso non ci si riferisce ai classici giochi di carte come ramino o briscola, ovvero quelli che utilizzano le comuni carte francesi, napoletane o di altro tipo. In questi giochi ci si serve di mazzi di carte appositamente studiati;
  • Giochi di fortuna e statistica: nella prima categoria sono inseriti tutti i giochi da tavolo basati sull’elemento della casualità e della fortuna. Diversamente dai giochi a informazione completa (scacchi, dama, go e altri), dove i giocatori hanno tutte le informazioni su contesto e avversari, in questo caso ci si affida alla pura fortuna in quanto i giocatori non hanno l’opportunità di compiere alcuna scelta strategica. Si tratta di solito di giochi per bambini, come il gioco dell’oca. Invece la gran parte dei giochi per adulti a componente casuale sono definiti come giochi statistici. L’elemento casualità è sempre preponderante, ma la sua incidenza viene mitigata dalla legge dei grandi numeri, agendo secondo considerazioni statistiche;
  • Giochi di diplomazia: altro elemento determinante in un gioco da tavolo è la presenza o meno della cosiddetta diplomazia, cioè la possibilità di poter stringere alleanze e accordi. Ad esempio, ne I coloni di Catan si possono convincere i partecipanti a costruire rapporti commerciali, così come in Risiko! la capacità di stringere alleanze può avere una certa rilevanza. Nei giochi di questa tipologia vengono messe in risalto le qualità personali dei giocatori, come la capacità di mediazione e di persuadere. Per esempio, i partecipanti in svantaggio possono coalizzarsi contro colui che sta vincendo per ribaltare la situazione;
  • Giochi di percorso: nei giochi di percorso il tabellone raffigura un tragitto che deve essere seguito dai giocatori e solitamente il vincitore è la persona che per prima arriva al traguardo finale. In questa varietà si può annoverare il gioco dell’oca, ma ce ne sono di più complessi come Taboo. Questa è una categoria dalle origini molto arcaiche poiché se ne conoscono esempi che risalgono al III millennio a.C. in Iran, Iraq ed Egitto;
  • Giochi di posizionamento: questo è un tipo di gioco da tavolo particolarmente popolare e diffuso in Germania, nel quale la dinamica è basata essenzialmente sul posizionamento delle pedine sul tabellone con l’obiettivo di raggiungere specifici scopi. In certi casi lo stesso tabellone può essere il risultato delle mosse di posizionamento, come avviene in Carcassonne;
  • Wargame: i wargame sono giochi che riproducono accuratamente battaglie e guerre. A volte l’accento è posto sul realismo della simulazione, con regole spesso difficili da accettare e concepite per i veri professionisti. Ci sono comunque prodotti che trovano un compromesso tra realismo e giocabilità e sono ambientati in altre epoche storiche o in contesti fantasy o fantascientifici;
  • Giochi in stile tedesco: è uno dei filoni più popolari del mercato dei giochi da tavolo. Tra i migliori classici del genere si possono elencare I coloni di Catan, Puerto Rico, Agricola e Carcassonne. In questa categoria i giochi si distinguono per le componenti strategiche, le regole molto semplici e la breve durata della partita. Oggi molte case produttrici italiane e internazionali si ispirano a questa tradizione;
  • Giochi americani: tale tipologia è in antitesi rispetto al genere tedesco. Infatti, i giochi all’americana prediligono soprattutto la simulazione storica, ma possono rappresentare posti fantascientifici, realtà industriali e molto altro. Mediamente hanno una durata elevata, anche oltre le 2 ore ed hanno una componentistica molto precisa e ricca. La peculiarità principale è senza dubbio la spiccata ambientazione, cioè la meccanica del gioco non è mai avulsa o scollata dal suo contesto.
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